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Atti del Convegno, Perugia, 25-26 ottobre 2018

Questa pubblicazione nasce da un convegno di studi che si è tenuto all’Università di Perugia presso il Dipartimento di Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne dal 25 al 26 ottobre 2018. Ai relatori è stato chiesto di intervenire, ognuno per il rispettivo campo di competenza, sulle eredità odierne e attuali del Sessantotto.
È opinione comune che le rivoluzioni dell’età moderna abbiano perso; più precisamente , che le loro sfide storiche siano state sconfitte o da intrinseche contraddizioni o da un concorso di fattori endogeni ed esogeni. Tuttavia, queste hanno comunque lasciato dei segni, delle eredità, anche profonde sul piano sociale, politico, culturale, giuridico, economico. Il Sessantotto non è stata una rivoluzione nel senso classico del termine; al limite lo si può definire una rivoluzione sognata e mai compiuta. Al pari delle rivoluzioni moderne - realizzate e tradite o tentate e fallite -, il ‘68 ha però lasciato su una molteplicità di contesti tracce evidenti, ritagliandosi uno spazio duraturo nella categoria dei miti fondativi che connotano la storia dei popoli.
Questa pubblicazione, in conclusione, prova a dare un contributo ai diversi filoni di indagine che cercano di capire cosa il Sessantotto ha trasmesso di sé e, in parallelo, cosa di quella stagione è stato via via rimosso.
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