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Guerre e dopoguerra nella cultura orale dell’Appennino umbro-marchigiano

L’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea è da tempo impegnato in studi sulla guerra e sulla Resistenza che considerano l’Appennino umbro-marchigiano territorio unitario di ricerca; l’Isuc nel 2014 ha partecipato al bando della presidenza del Consiglio dei ministri che elargiva finanziamenti a iniziative promosse nel quadro delle celebrazioni del Settantesimo anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione, ottenendo un contributo. Ciò ha consentito, in primo luogo, la ricognizione sistematica dei testimoni ancora presenti, la registrazione in audio, la trascrizione, la catalogazione di tutte quelle “cantate” che avessero un riferimento diretto con le vicende dei rastrellamenti tedeschi, partiti il 17 aprile 1943 da Collecroce, nella montagna nocerina.
Con il procedere della ricerca, ci si è anche accorti della presenza, nella memoria della gente, di altri contributi narrativi cantati, di provenienza in gran parte lombarda e romagnola. Racconti legati ai conflitti: la Grande guerra, la campagna di Libia, quella di Russia. E ispirati a fatti tragici, “fattacci di cronaca nera”, ambientati in contesti di disagio morale e sociale che avevano caratterizzato il dopoguerra. Accanto ad essi, i “miracoli”, fogli a stampa che esaltavano il sentimento di una popolazione fortemente impregnata di sentimento religioso. La spiegazione di queste presenze, impreviste, risiede nel fatto che a partire dagli ultimi anni del XIX secolo e fino a Novecento inoltrato, operava a Foligno la Tipografia Giuseppe Campi, attiva nella stampa dei Foglietti volanti, pubblicazioni illustrate, vendute dai cantastorie di mezza Italia anche nei mercati e nelle fiere dell’Umbria e delle Marche. Una presenza divenuta in seguito di caratura nazionale per la diffusione della musica popolare, se si considera che dall’ottobre 1952 verrà pubblicato a Foligno il periodico: “Sorrisi e canzoni d’Italia”, poco dopo diventato “Sorrisi e canzoni TV”.
Il volume, mettendo insieme le competenze storiografiche, giornalistiche, letterarie dei tre Curatori, cerca di districare assieme ai lettori la complessità dei modi di ricordare, sentire, pensare il futuro di una popolazione solo apparentemente isolata tra i pendii dell’Appennino, che ha saputo reagire alle ondate che giungevano fin lì dalla Storia, aggrappandosi sempre a valori di solidarietà, lealtà, senso della comunità.
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