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Un viaggio quaresimale in Umbria e nelle Marche
Autore: 
Thomas Adolphus Trollope
Luogo: 
Foligno
Casa editrice: 
Editoriale Umbra
Anno: 
2015
Pagine: 
281, ill.
ISBN: 
9788888802787
Un viaggio quaresimale in Umbria e nelle Marche

Thomas Adolphus Trollope (1810-1892), storico, romanziere, giornalista, nato in Inghilterra, ha fatto parte di una famiglia di letterati. Dal 1843 al 1873 visse assieme alla madre a Firenze, come molti suoi connazionali, formando quella comunità che prese il nome di anglo-fiorentini. Si trasferì poi a Roma per tornare in patria nel 1890. Sostenne la causa risorgimentale italiana e per questo ottenne l’onorificenza dell’ordine San Maurizio e San Lazzaro.

Nel 1862, poco dopo l’Unità d’Italia, intraprese un viaggio in Umbria e nelle Marche assieme ad un amico, il cui resoconto diede origine al volume A lenten journey in Umbria and the Marches, stampato a Londra nello stesso anno. Il suo fu un viaggio “insolito” rispetto a luoghi canonici codificati dal Grand Tour, infatti, come viene esplicitato nell’introduzione, l’obiettivo era quello di visitare cittadine meno frequentate, ma ricche di storia, prima che divenissero oggetto del turismo di massa.

Partiti da Firenze, passando per Arezzo, arrivarono a Città di Castello, da qui si diressero a Gubbio, allora di difficile raggiungimento, per di più passando per una strada poco frequentata come quella che va dall’attuale Umbertide a Gubbio. Poi Pe­rugia, Assisi, Foligno e da qui, attraverso il passo di Colfiorito, le Marche: Camerino, Macerata, Fermo, Loreto, Recanati, Ancona e infine San Marino.

L’importanza di questo testo non sta solo nella descrizione di monumenti e opere d’arte, ma nel fornire un quadro interessante sulle due regioni appena dopo la liberazione dallo Stato Pontificio. Inoltre, Trollope, proseguendo nella tradizione erudita inglese, racconta le vicende di importanti famiglie che avevano retto le varie signorie prima che il tutto venisse “normalizzato” dallo Chiesa: i Vitelli a Città di Castello, i Varano a Camerino, gli Euffreducci a Fermo.
Non mancano infine osservazioni sul paesaggio, le coltivazioni e alcuni riferimenti all’alimentazione e all’ospitalità.

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