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Un laboratorio sperimentale di digital storytelling che recuperi la funzione sociale della storia orale tramandata dai nonni-genitori ai figli, trasformandola in racconto sociale contemporaneo mediante l’utilizzo di strumenti digitali. È così che le storie personali, racconti di emigrati e immigrati o figli di questi, divengono universalmente capaci di generare nuovi sensi legandosi alla complessità della contemporaneità e dei fenomeni migratori, tentando parallelamente di colmare il divario digitale tra una generazione nata analogica e una nata digitale su un tema che, seppur in forme diverse ha diviso e divide l’Europa di ieri e di oggi.

Il digital storytelling è una tecnica narrativa che utilizza gli strumenti digitali dando la possibilità di accostare materiale eterogeneo. Non si tratta di una semplice trasformazione della storia in prodotto multimediale ma della creazione di racconti multimediali che hanno la prerogativa di sviluppare capacità di scrittura e di espressione orale, abilità tecnologiche e sensibilità artistica, quelle soft skills che vengono oggi richieste dai programmi europei sull’educazione. All’interno della macroarea digital storytelling il laboratorio si focalizza principalmente sulla tecnica della stop motion. La stop motion è una tecnica di animazione che usa, in alternativa al disegno eseguito a mano, oggetti inanimati mossi progressivamente, spostati e fotografati ad ogni cambio di posizione. La proiezione in sequenza delle immagini dà l’illusione del movimento: esattamente come accade nel cinema con gli attori.

Il percorso con gli scolari della Scuola primaria statale “Giovanni Cena” di Perugia si è posto l’obiettivo di introdurre metodologie che, attraverso un uso consapevole e guidato di strumenti digitali evoluti, fossero in grado di promuovere un corretto uso delle tecnologie innovative da parte dei nativi digitali, sviluppando competenze creative e digitali che favorissero il dialogo intergenerazionale, interculturale, la cittadinanza attiva e combattessero l’esclusione sociale.
Tutto ciò entrando in contatto con il tema dell'immigrazione, mediante l’elaborazione di storie di vita di genitori e nonni testimoni di diversi momenti storici, di studenti immigrati e non, prendendo a prestito tecniche di ricerca e modalità di articolazioni tematiche mutuate dalla storia.
La Sezione didattica dell'Isuc, coordinata da Dino Renato Nardelli, ha curato in particolare -tra il maggio e l'ottobre 2016 - questo segmento non secondario del Progetto attraverso il Laboratorio sui documenti: Migrando. Strategie del “contatto”; sono stati coinvolti  nell'attività oltre 120 scolari, ai quali sono state offerte chiavi interpretative che hanno orientato l'organizzazione dei materiali. 

l progetto ha visto la sua conclusione sabato 17 dicembre 2016 con una manifestazione pubblica al cinema “Post Modernissimo” di Perugia durante la quale sono stati proiettati quattro cortometraggi realizzati dai ragazzi.
Il progetto è stato recensito nel sito del Centro nazione di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali http://www.minori.it/it/node/5899 ; la pagina romanda ad un video di documentazione del percorso didattico https://www.youtube.com/watch?v=FW3RyYWhqUg